LEANDRO ALBERTI
DESCRITTIONE DI TUTTA ITALIA
AGGIUNTAVI LA DESCRITTIONE DI TUTTE L’ISOLE, ALL’ITALIA APPARTENENTI
I VOLUMI: Riproduzione anastatica dell’edizione veneziana 1568, Bergamo, Leading Edizioni due in cofanetto, formato cm 16 x 22,8, pagine 1600 stampate a 1/1 colori su carta Fedrigoni usomano avoriata 70 g/mq, 7 mappe delle isole e aggiunta di 11 carte del ‘500 in folio, in cartellina; copertina cartonata, dorso tondo.
€ 139,00 codice ISBN 88 86996-23-3
L’AUTORE: Di origine bolognese, visse tra il 1479 e il 1553, fu inquisitore e autore tra l’altro di una delle più note opere storiche su Bologna (le Historie di Bologna), storico e geografo. La sua fama è legata però alla Descrittione completa di tutta l’Italia, la prima in assoluto in lingua volgare, che poté redigere sulla base di una ricognizione diretta del territorio effettuata negli anni tra il 1525 e il 1528. La sua opera è la migliore descrizione dell’Italia delle regioni che ci abbia dato il Cinquecento, “libro degno di assaissima stima e lavorato con assai esattezza”, come ebbe a ritenerlo Ludovico Muratori.
L’OPERA: Dopo 407 anni la poderosa Descrittione di Leandro Alberti è stata finalmente resa accessibile al pubblico con un elegante reprint giusto nell’anno in cui ricorreva il 450° dalla scomparsa del suo autore. Pubblicata a Bologna per la prima volta nel 1550, fu subito ristampata e potè godere di un enorme successo di pubblico e di edizioni, fino al 1596, data dell’ultima pubblicazione a cui seguì un silenzio lungo appunto oltre quattro secoli. La nuova edizione è arricchita da un corredo di saggi critici a firma di autorevoli storici e geografi contemporanei. Alcuni sono finalizzati alla contestualizzazione dell’opera e alla miglior conoscenza dell’autore (Prosperi, Petrella, Calabi, Lago), mentre gli altri forniscono una lettura critica del testo albertiano regione per regione. Con ciò, come scrive Marica Milanesi “ci troviamo di fronte alla prima lettura completa, sia pure a più voci del testo di Alberti”.
Quella di Leandro Alberti, tra l’altro, come puntualizza Donatella Calabi nel suo testo introduttivo,”è una delle prime descrizioni delle città italiane che riferisce della loro distanza, soprattutto della loro localizzazione rispetto al sito, al fiume lungo il quale sono cresciute, al mare o alle strade d’accesso, alla disposizione delle porte e alle coltivazioni che vi si compiono. Essa è condita di notazioni storiche (con citazioni precise dai classici e riferimenti ad antiche cronache) ed è in genere più attenta alle origini, leggendarie o meno, dell’insediamento e del suo toponimo, che alle sue connotazioni fisiche. E’ un’immagine statica quella che ci viene fornita in questo libro: non si descrive un percorso fra le città, ma un territorio vasto e diversificato (la penisola italiana), di cui si illustrano i punti più qualificati; non è un viaggio che viene compiuto: scarsa attenzione è dedicata infatti alle strade di connessione fra una città e l’altra o ai ponti”.
Il libro dell’Alberti si discosta dai diarii di viaggio che già numerosi nel XV secolo vengono pubblicati a Venezia o a Norimberga, ma anche nella stessa Bologna, siano essi rendiconti di missioni ufficiali compiute come ambasciatori al servizio di uno Stato o lavori privati. Poco assomiglia anche alle narrazioni dei pellegrini che muovendo verso la terra santa, percorrono gli stessi centri abitati descritti qui e vi fermano uno sguardo stupito e fiducioso nella possibilità di rigenerazione e di salvezza che le proprie esperienze di fedeli comportano.
Non è nemmeno una guida, come quella esemplare redatta dopo il viaggio compiuto da Venezia città nobilissima a Roma da Bartolomeo Fontana, che si propone di fornire indicazioni ai “poveri remieri” che il più delle volte non sanno dove vanno e quindi allungano il loro percorso o sbagliano perché non conoscono le terre e i paesi da attraversare. La Descrittione non riporta le impressioni soggettive di un osservatore protagonista, come invece accade in un gran numero di scritti coevi, ma ci fornisce una compilazione ordinata di informazioni, quelle che compongono il quadro di un’Italia cinquecentesca conosciuto in una comunità di umanisti letterati, che l’autore raccoglie da un gran numero di fonti e intende celebrare.
E tuttavia oggi non possiamo non cercare di collocare l’opera albertiana nel quadro di una straordinaria varietà di scritture più o meno coeve che caratterizzano l’esplosione del nuovo interesse per i centri urbani: è una moltitudine di generi letterari quella che comprende diari, ‘libri’ e ‘pratiche’ di mercanti con notizie relative all’economia, alle monete e ai commerci, racconti di giovani patrizi, medici o studiosi dottissimi, itinerari, resoconti di viaggio redatti da letterati, uomini di chiesa, pellegrini e diplomatici, opere geografiche, storiche, letterarie, pubblicati tutti nel corso del XVI secolo.
Il libro dell’Alberti insomma si inserisce in un quadro molto vario di descrizioni di centri urbani composti a partire dalla metà del Quattrocento e, pur non essendo illustrato, è certamente connesso con il nuovo interesse per i ritratti di città, per i Teatri del mondo e per la cartografia che alcune istituzioni dimostrano nello stesso periodo.
3 Gennaio 2021
Libri Leading