IMMANUEL KANT
GEOGRAFIA FISICA
In occasione del 200° della morte di Kant, la prima ristampa anastatica integrale della prima e unica edizione in lingua italiana, Silvestri,1807-1811, con prefazione di Franco Farinelli
Collana: IL GENIO VAGANTE
I VOLUMI: N° 3 voll. di 3100 pagine stampate a 1/1 colori su carta avoriata 70g, formato mm 130×190, coperta 300 g. tipo cartonato dorso tondo; volumi presentati in elegante cofanetto. Prezzo di copertina euro 143,00; codice ISBN 88-86996-14-4,
L’AUTORE: Nativo di Koenigsburg (l’attuale Kaliningrad), studioso di filosofia newtoniana e di matematica, docente di matematica, logica, fisica, geografia, filosofia, pedagogia, antropologia e psicologia, noto al mondo intero come autore della Critica della ragion pura (1881), della Critica della ragion pratica (1788) e dei Prolegomena (1783), del Progetto per la pace perpetua (1795). Universalmente conosciuto e apprezzato come il filosofo della ragione (“non contestate alla ragione ciò che fa di lei il bene più alto della terra: il privilegio d’essere, l’ultima pietra di paragone della verità”), pochi invece sono a conoscenza dell’esistenza della sua opera” Geografia fisica”, uscita in tedesco negli anni 1801-1803 e subito tradotta in italiano. Muore il 12 febbraio 1804.
L’OPERA: ”Kant diventa filosofo quando si accorge che non si tratta di fare la geografia di quel che vediamo, bensì dello spazio buio della nostra mente: ma sempre geografo resta”.Così si esprime Franco Farinelli, autore della prefazione del reprint dell’opera, sull’Autore della Geografia Fisica. A 200 anni dalla morte e giusto nell’anno rievocativo dell’illustre pensatore, la “summa geographica” viene ora ristampata dall’OFFICINA SCRITTORIA LEADING EDIZIONI per la prima volta dall’unica traduzione ed edizione italiana (Silvestri, Milano 1807-1811). Kant scriveva di filosofia, ma insegnò geografia per trent’anni dando lezioni – come dice egli stesso nel 1798 ormai ottantenne nella prefazione ad un’altra opera – che avevano per scopo la cognizione dell’uso del mondo, cioè di Antropologia e di Geografia fisica. Non riuscì, a causa dell’età ormai avanzata, a curare personalmente la pubblicazione dell’opera di natura geografica, che fu invece compilata sulla base di tre manoscritti – tra cui uno riveduto dallo stesso Kant – contenenti quasi letteralmente le sue parole dette dalla cattedra.
Scrive Daumas (Storia della scienza, II, p. 80): “Kant fu, dopo Montesquieu, uno dei primi a considerare come uno degli obiettivi principali della geografia lo studio dei rapporti dell’uomo con l’ambiente naturale. Egli pose l’accento con ragione sul duplice aspetto che riveste il problema: azione dei fatti naturali sull’uomo, azione dell’uomo sull’ambiente. La sua analisi era senza dubbio ancora sommaria. Ma almeno era stata tracciata la direzione da seguire”.
Se Kant stesso avesse curato il risvolto di copertina della sua Geografia, forse avrebbe scelto questo passo dalla sua introduzione all’opera:
“Il metodo della geografia fisica dovrebbe contenere un viaggio fatto in tutte le regioni del globo e descrivere gli animali e gli avvenimenti in ciascun clima ed elemento. La geografia fisica è quasi l’introduzione e la preparazione per una simile impresa. Essa è giunta al suo termine quando ha eccitato in ciascheduno più o menold’interesse per un simile viaggio, e quando ha risvegliata l’attenzione sulla natura e sugli effetti di essa, tanto ne’ corpi organici, quanto ne’ non organici. In qualunque luogo ci troviamo siamo nella officina di quella grandissima artiera, e dappertutto si presentano al nostro occhio le sue maraviglie. Non dovrebbe ella destare in noi il desiderio di conoscerla più da presso?”
5 Gennaio 2021
Il Genio Vagante, Libri Leading